Antonio mi raccontava di quando era appena arrivato a Roma, nel '58 per strada era un via vai di ragazzini "furbi", vispi, con occhi capaci di vedere il futuro. Lui dopo anni passati in provincia, tra buoi e zolle di terra, aveva afferrato la mano tesa del destino. Lo stipendio fu di milleduecento lire e con tanta miseria ebbe la possibilità di dare l'anticipo per il suo primo "completo". Lo finì di pagare dopo due anni e, con quel completo tornò a casa dai genitori. La madre nel vederlo gessato come un attore di cinecittà ebbe l'impressione che il figlio si fosse sistemato. In realtà era solo la proiezione di quello che sarebbe diventato ma era già sufficiente, aveva preso il treno giusto.
mercoledì 19 marzo 2008
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8 commenti:
però, chissà, se avesse preso un treno per pisa o per livorno, magari sarebbe sato altrettanto giusto e inoltre...a buon intenditor poche parole ;-)
saremmo fratello e sorella? :P
ah...ma vuoi dire che la liliana non la conosceva ancora?
no e ci fermiamo qui...vero?
Se avessi un blog, probabilmente anch'io oggi avrei dedicato un post al mio babbo e si sarebbe intitolato "Tore"...Ne avrei avute di cose da scrivere, perchè Tore era un "ganzo"!
Fausto: tranquillo, ci fermiamo qui...Non è mia intenzione ricominciare con una nuova soap ;-)
Talvolta prendere il treno giusto e beccare soprattutto la destinazione giusta puo' valere una vita intera.
ciao a tutti
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