lunedì 28 giugno 2010


Ogni volta che cercavo di portare il livello del discorso su un piano più accessibile mi trovavo a dovermi scontrare con i soliti intellettualoidi con la puzza sotto il naso.
Ritenevano superfluo ogni tipo sforzo nel coinvolgere i compagni nelle battaglie più nobili quasi fosse una perdita di tempo, ogni volta che rilanciavo il mio proposito di fare un unica battaglia, parlare ad un unico popolo
mi guardavano con aria di sufficienza mista a compassione.
Evidentemente, accettarmi come iscritto per loro era stato già abbastanza.
Strano a dirsi per un un circolo di partito che predicava i valori sociali. Sembrava quasi fosse un club privato dove la teoria della presa di coscienza assomigliava ad una parabola biblica.
Gianni, l'inquilino che abitava subito sopra la sede del circolo, ogni volta che lo incontravo in tram mi diceva che perdevo il mio tempo,
che una partita di scopone sarebbe stata più interessante e divertente. Io mi ostinavo, non potevo far si che cinque o sei professorini dalle tenere mani mandassero in malora la vita politica nel nostro quartiere.
Già, non si trattava di far proseliti, in ballo c'era la Politica. L'obiettivo da perseguire per me era chiaro e semplice: educare le masse, rendere la vita politica popolare come la santa messa, far si che i valori sociali divenissero una fede e, nella peggiore delle ipotesi, una realtà accessibile a tutti.
Invece, se si svolgeva opera di volantinaggio davanti alla fabbrica il messaggio era confezionato per bambini disadattati con problemi di apprendimento,
se si protestava alla prima della stagione teatrale si distribuiva un'opera letteraria fatta di citazioni che andavano da Boccaccio a Marx risultando indigesto a chi stava per assistere ad uno spettacolo.
Ogni giovedì intervenivo per cercare di far capire che continuare a parlare a comunità diverse con linguaggi diversi era un esercizio inutile.
Ogni giovedì sera andavo via deluso.
Il sabato seguente chiesi ed ottenni di improvvisare una serata "ludica" che potesse coinvolgere non solo i quattro gatti con cui ci si confrontava periodicamente ma anche chi non aveva mai messo piede all'interno del nostro umido stanzone. Me lo concessero solo perchè speravano di poter avvicinare qualche ragazza attirata dall'evento televisivo.
Infatti proprio di spettacolo televisivo si trattava.
Mi portai dietro il televisore del professor Antolini. Il vecchio docente di latino e greco, nonchè vicino di casa, aveva acconsentito al prestito a patto che potesse assistere anche lui. Probabilmente non ero riuscito a convincerlo delle mie reali intenzioni.
L'idea mi era venuta proprio da una battuta fatta dal Montini, padre del circolo nonchè proprietario del locale. Diceva che ogni mio intervento era puntuale e ripetitivo come il carosello.
E carosello fu.
La sala era gremita in ogni suo posto, più o meno una trentina che, per quelle che erano le nostre abitudini equivaleva ad una folla giubilare.
Inoltre, cosa che rese felicemente nervosi Montini e Costa, c'erano la bellezza di tre ragazze.
Precisamente si trattava di: la Rita Felici, che noi tutti chiamavamo Rita Infelici per via della sua discutibile avvenenza; La Marinella Sensari, amica inseparabile della Rita, ribattezzata "la brutta copia" e credo non debba spiegarvi le ragioni e, la Cristina Mirante.
La presenza di quest'ultima aveva sorpreso molti visto che difficilmente la si vedeva in giro e, soprattutto, perchè era di una bellezza rara.
Terminato Carosello iniziò la sigla di "Studio Uno".
All'improvviso non si sentì più volare una mosca.
Di tanto in tanto provavo a voltarmi con il timore di non trovare più nessuno,
in realtà erano tutti rapiti dallo proiezione.
A dire il vero mi voltavo spesso anche per osservare la Cristina ma non ero l'unico.
La serata volò tra risate, applausi e complimenti indecenti rivolti alla Mina . Finita la trasmissione furono tutti entusiasti per l'evento e in molti ci chiesero di ripeterlo.
Mentre ci si dava da fare per sistemare la sala io iniziai a recuperare il televisore mentre il professore Antolini sembrava sonnecchiare reggendosi la testa tra le mani.
Montini mi fece un cenno e disse: bravo Ciccio, hai avuto una bella idea, il giovedì politica e il sabato intrattenimento popolare.
In seguito mi raccontarono che alle sue parole mi videro diventare paonazzo. In effetti sbottai dalla rabbia: Montini non hai capito un cazzo! se proprio lo vuoi sapere il giovedì ci facciamo tante seghe e questa
è stata la prima serata in cui abbiamo parlato di politica da quando respiriamo la muffa di questa merda di locale!
Lo vidi rimanere basito, non riusciva a capire perchè avessi avuto quella reazione e ancor meno cosa volessi intendere. Nello stesso istante vidi il professor Antolini alzare la sua testa e venirmi incontro.
Mi strinse il braccio con affetto come a voler trattenere la mia furia e, guardando Montini, sentenziò: "Odio tutto ciò che è casuale, fortuitamente lasciato agli eventi, fuori dall'orbita del pensiero.
lo spettacolo leggero è seguito da un numero elevato di spettatori: questo deve rendere ancora più preciso il compito del regista. Accanto all'esigenza di accontentare il pubblico nei suoi desideri,
ci deve essere anche una volontà di stimolo al buon gusto, a un minimo di senso critico". questo fu quello che mi disse Antonello Falqui. Non è un proposito da artista, è l'obiettivo di chi comunica, in primis del politico.

Infilò il cappello e mi fece un semplice gesto come per invitarmi a seguirlo.
Così feci lasciandomi alle spalle tre ragazzi ammutoliti. Io stesso non aprii più bocca e alla rabbia fece posto una soddisfazione immensa nel sentire che l'Antolini aveva colto, aveva ben compreso il mio proposito e lo aveva anche condiviso!
Lui camminava davanti ed io mi trascinavo a fatica dietro di lui con tanto di televisore su di una spalla.
Appena fuori notai Cristina dall'altra parte della strada insieme alle due sue amiche. Mi guardava mentre io la desideravo. Bella più di Mina la immaginavo
vestita con un bellissimo "tubino" nero, corto, con una fantasia a pois bianchi, mentre cantava "l'uomo per me" muovendo e contorcendo come vipere peccatrici le sue lunghe braccia bianche.

5 commenti:

cristina ha detto...

Sì, ma a sto punto vojo la seconda puntata pe' vedé che succede tra Ciccio e la Cristina Mirante... :-)
Bacio

fausto ha detto...

la seconda puntata già la conosci :P

gaz ha detto...

io no :(

grande grande grande... Fausto ;)

fausto ha detto...

grazie gazze!! ma sei stata sincera? siamo sicuri che le tue non siano solo parole parole parole? :*

fausto ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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