mercoledì 12 settembre 2007


Per ottenere l'azzurro di lapislazzuli si deve procedere nella seguente maniera:

1) La pietra di lapislazzuli va ridotta in pezzi piccolissimi che, messi assieme in un un crogiuolo, si fanno arroventare a fuoco vivo in modo renderli puri e friabili. Nell'antichità, quando era molto più semplice trovare questa pietra, la si doveva bruciare per ben quattro volte consecutive, spegnendola ogni volta con aceto bianco distillato ottenendo così una maggiore purezza e friabilità per l'eliminazione di tutte le parti solforose.

2) Dopo avere tritato la pietra si scelgono soltanto i pezzi azzurri, continuando a tritarli fino ad ottenere una polvere finissima ed impalpabile.

3) La polvere raffinata così ottenuta viene poi amalgamata con una pasta formata di resina di pino 1 parte, pece greca 1 parte, cera vergine 1 p., trementina 1 p., olio di lino 1/3 di parte. Fondere quindi l'impasto e polvere a fuoco lento (metà pasta e metà polvere di lapislazzuli). Una volta fuso l'impasto, occorre gettarlo nell'acqua soltanto nel momento in cui sta per raffreddarsi, poi con le mani unte di olio di lino, se ne forma un pastello da lasciare nell'acqua per alcuni giorni.

4) Passato tale periodo, occorre maneggiare di nuovo il pastello entro due catinelle d'acqua tiepida finché non darà più colore. La polvere di lapislazzuli che andrà a depositarsi nel fondo della catinella, liberata dall'acqua, dovrà essere messa ad essiccare. Dal pastello si può ricavare una cenere di oltremare aggiungendovi per quattro volte dell'olio di lino e facendolo liquefare a bagnomaria. Depositata che sia la cenere, la si lava ripetutamente e la si lascia seccare.

6 commenti:

suburbia ha detto...

Il colore alla fine risulta essere un po' caruccio, pero' l'effetto che si ottiene e' davvero speciale.
ciao, buona giornata

Anonimo ha detto...

Fa impressione pensare che, non avendo alcuna tecnologia, andavano a tentativi basandosi sull'esperienza.

Non oso immaginare quante prove devono aver fatto per arrivare ad un tale risultato!

fausto ha detto...

si, infatti Vermeer ha sempre realizzato "capolavori" dalle dimensioni ridotte proprio per il "costo" esorbitante dei colori, per lo meno cos� dicono...

fausto ha detto...

simo - si anche se erano tecniche tramandate nel tempo (indipendentemente dalla materia prima) in quanto gia gli egizi...vero?

Anonimo ha detto...

ma anche la tempera all'uovo ha il suo fascino...
incantata.

fausto ha detto...

cecia - si per non parlare del ramo di fico...
cia'

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